Umanizzazione - Antropomorfismo
- Scritto da Diego Righetto
I proprietari che rifiutano di rimproverare i propri cani spesso trattano i loro beniamini come esseri umani, questo comportamento gli porta ad essere permissivi ed eccessivamente benevoli.
Tendenzialmente questi proprietari parleranno ai loro cani motivando il loro punto di vista, attendendosi che tali ragionamenti possano porre fine al problema.
Oltre a ciò, essi tendono a essere soggettivi nell'analisi del problema, spesso attribuendone la causa al fatto che i loro cani siano punitivi nei loro confronti o che si comportino così per dispetto o per vendetta.
Le interpretazioni non oggettive, sopra menzionate, rivestono un valore limitato nella risoluzione di problemi comportamentali, anzi, spesso concorrono a perpetuare problemi come:
- l'ansia da separazione ( il cane non può essere lasciato solo);
- l'aggressività dominante (il cane a cui non si può dire ciò che deve fare);
- mordersi la coda , movimenti circolari su se stessi, leccarsi una parte del corpo fino a provocarsi delle piaghe;
situazioni che confermano – spesso – un alterato rapporto con il proprio partner umano (forse si dovrebbero ricercare i problemi psicologici del proprietario). Ricordiamo che il nostro fido risente dei nostri umori e quindi alterazioni emozionali minando il suo equilibrio psicologico .
Fondamentale stabile i ruoli in cui il proprietario deve essere, nel rispetto delle varie correnti di pensiero: il capo branco o il partner sociale di riferimento
Altri fattori gravi sono:
- negare l'esistenza di un problema, oppure se si ammette la presenza, razionalmente il proprietario è convinto che si ridurrà col tempo...!!!
Grave ...questo modo di agire perché il pericolo maggiore risiede nel fatto che il proprietario consente il perpetrarsi di un comportamento indesiderato. Di solito, più a lungo permane questa condotta deviata, più forte diviene l'abitudine e con essa la difficoltà di operare un cambiamento. La resistenza legata al rafforzamento di questa situazione, dipende dal tempo di insorgenza del comportamento in questione, dalla sua frequenza e dal grado di consolidamento del cane nel compiere le azioni indesiderate;
- non riconoscere quanto la nostra condotta possa consolidare errori comportamentali nel cane, questo rafforza l'abitudine al cane nel comportamento errato . Infatti i proprietari , involontariamente, offrono rinforzi durante i loro tentativi di correzione.
Alcuni esempi:
- ritornare verso il cane che vocalizza in momenti indesiderati per punirlo, se la causa abbaio è l'allontanamento del proprietario...in questo caso il ritorno del proprietario stesso – malgrado la punizione – viene letta dal cane al pari di una ricompensa;
- atteggiamento dei cuccioli quando rivolgono al proprietario le loro attenzioni afferrando con la bocca e morsicando tutto ciò che possono...questo è un normale comportamento ludico del cucciolo, tuttavia può risultare sgradevole a causa del dolore provocato (il cucciolo cresce e persevera)...errore commesso dai proprietari di punire fisicamente il cucciolo...questo comportamento spinge ancora di più il cucciolo a mordere scherzosamente interpretando questo atteggiamento come un ulteriore invito a mordere (gioco/lotta)...quindi diamo un rinforzo al nostro cucciolo giustamente vivace;
- ossessionare il cane attraverso esagerati atteggiamenti di affettività (abbracci, baci ecc...) il proprietario crea un atteggiamento così morboso che inevitabilmente sfocia in stati ansiogeni o depressivi;
- estrema attenzione che il proprietario dedica al proprio cane quando presenta sintomi di malattia, quando successivamente viene chiarita la causa che sta alla base della patologia, il cane può iniziare a falsare il proprio comportamento in funzione delle straordinarie attenzioni ricevute in precedenza (quando stava male);
- avallare i comportamenti di cani dominanti quando questi chiedono attenzione, come permettendo al cane di mettere le sue zampe sopra le gambe del proprietario o di arrampicarsi in grembo, il tutto a dare chiaro messaggio al cane che è lui il capo branco/l'accreditato e quindi il non intervenire involontariamente rafforza lo stato di dominanza;
- il cane lasciato libero di dormire per lungo tempo sul divano e/o letto, privandolo di questa risorsa può ringhiare e mordere, ma il suo comportamento non significa l'appropriazione indebita dello scettro del comando ma...semplicemente la difesa di un privilegio raggiunto (che noi abbiamo permesso raggiungesse);
- scegliere un cane spinti da uno status symbol e quindi ostentare verso agli altri grazie al cane ciò che noi non abbiamo come potenza, virilità ecc...quindi trattiamo il cane come un oggetto;
- ignorare i bisogni/valvole di sfogo per i normali comportamenti della razza , tempo da dedicare alle passeggiate, alle corse, al gioco e soprattutto alla libertà di annusare;
- scegliere un cane non consapevoli della sua realtà biologica, quindi lo seguiamo cercando di sanare i nostri bisogni e utilizzato come schermo rispetto alla dichiarazione del bisogno di calore essere umano-essere umano;
- aver scelto un cane per l'aspetto estetico e come “sfogo” delle proprie frustrazioni, per l'approfondimento di questo argomento consiglio la lettura del libro “cani e padroni” autore Stanley Coren (Docente di psicologia all'Università of British Columbia) casa editrice Mondadori;
L'antropomorfismo/l'umanizzazione non aiuta la convivenza tra uomo e cane, così come l'eccessivo sentimentalismo che si trova in molte relazioni tra cane e padrone, penalizza il rapporto. Va considerato che nel tempo l'addomesticamento sopisce/mitiga alcuni istinti mentre conferma atteggiamenti adattivi e funzionali per la convivenza all'interno del gruppo sociale umano ...e se il cane sopisce/mitiga i suoi istinti noi esseri razionali sappiamo comprenderlo...?
Citando Barry Eaton (esperto di psicologia canina e docente, autore del libro “Dominanza:realtà o mito”), propone:
Noi non abbiamo nessun bisogno di essere il soggetto Alfa, il dominante, il capo-branco. Dobbiamo solo essere proprietari responsabili nel gestire il nostro cane e modellare il suo comportamento attraverso la socializzazione e il training, perché lui possa vivere in armonia con noi.