Umanizzazione - Antropomorfismo

I proprietari che rifiutano di rimproverare i propri cani spesso trattano i loro beniamini come esseri umani, questo comportamento gli porta ad essere permissivi ed eccessivamente benevoli.
Tendenzialmente questi proprietari parleranno ai loro cani motivando il loro punto di vista, attendendosi che tali ragionamenti possano porre fine al problema.
Oltre a ciò, essi tendono a essere soggettivi nell'analisi del problema, spesso attribuendone la causa al fatto che i loro cani siano punitivi nei loro confronti o che si comportino così per dispetto o per vendetta.
Le interpretazioni non oggettive, sopra menzionate, rivestono un valore limitato nella risoluzione di problemi comportamentali, anzi, spesso concorrono a perpetuare problemi come:

  • l'ansia da separazione ( il cane non può essere lasciato solo);
  • l'aggressività dominante (il cane a cui non si può dire ciò che deve fare);
  • mordersi la coda , movimenti circolari su se stessi, leccarsi una parte del corpo fino a provocarsi delle piaghe;


situazioni che confermano – spesso – un alterato rapporto con il proprio partner umano (forse si dovrebbero ricercare i problemi psicologici del proprietario). Ricordiamo che il nostro fido risente dei nostri umori e quindi alterazioni emozionali minando il suo equilibrio psicologico .
Fondamentale stabile i ruoli in cui il proprietario deve essere, nel rispetto delle varie correnti di pensiero: il capo branco o il partner sociale di riferimento

Altri fattori gravi sono:

  • negare l'esistenza di un problema, oppure se si ammette la presenza, razionalmente il proprietario è convinto che si ridurrà col tempo...!!!
    Grave ...questo modo di agire perché il pericolo maggiore risiede nel fatto che il proprietario consente il perpetrarsi di un comportamento indesiderato. Di solito, più a lungo permane questa condotta deviata, più forte diviene l'abitudine e con essa la difficoltà di operare un cambiamento. La resistenza legata al rafforzamento di questa situazione, dipende dal tempo di insorgenza del comportamento in questione, dalla sua frequenza e dal grado di consolidamento del cane nel compiere le azioni indesiderate;
  • non riconoscere quanto la nostra condotta possa consolidare errori comportamentali nel cane, questo rafforza l'abitudine al cane nel comportamento errato . Infatti i proprietari , involontariamente, offrono rinforzi durante i loro tentativi di correzione.

Alcuni esempi:

  • ritornare verso il cane che vocalizza in momenti indesiderati per punirlo, se la causa abbaio è l'allontanamento del proprietario...in questo caso il ritorno del proprietario stesso – malgrado la punizione – viene letta dal cane al pari di una ricompensa;
  • atteggiamento dei cuccioli quando rivolgono al proprietario le loro attenzioni afferrando con la bocca e morsicando tutto ciò che possono...questo è un normale comportamento ludico del cucciolo, tuttavia può risultare sgradevole a causa del dolore provocato (il cucciolo cresce e persevera)...errore commesso dai proprietari di punire fisicamente il cucciolo...questo comportamento spinge ancora di più il cucciolo a mordere scherzosamente interpretando questo atteggiamento come un ulteriore invito a mordere (gioco/lotta)...quindi diamo un rinforzo al nostro cucciolo giustamente vivace;
  • ossessionare il cane attraverso esagerati atteggiamenti di affettività (abbracci, baci ecc...) il proprietario crea un atteggiamento così morboso che inevitabilmente sfocia in stati ansiogeni o depressivi;
  • estrema attenzione che il proprietario dedica al proprio cane quando presenta sintomi di malattia, quando successivamente viene chiarita la causa che sta alla base della patologia, il cane può iniziare a falsare il proprio comportamento in funzione delle straordinarie attenzioni ricevute in precedenza (quando stava male);
  • avallare i comportamenti di cani dominanti quando questi chiedono attenzione, come permettendo al cane di mettere le sue zampe sopra le gambe del proprietario o di arrampicarsi in grembo, il tutto a dare chiaro messaggio al cane che è lui il capo branco/l'accreditato e quindi il non intervenire involontariamente rafforza lo stato di dominanza;
  • il cane lasciato libero di dormire per lungo tempo sul divano e/o letto, privandolo di questa risorsa può ringhiare e mordere, ma il suo comportamento non significa l'appropriazione indebita dello scettro del comando ma...semplicemente la difesa di un privilegio raggiunto (che noi abbiamo permesso raggiungesse);
  • scegliere un cane spinti da uno status symbol e quindi ostentare verso agli altri grazie al cane ciò che noi non abbiamo come potenza, virilità ecc...quindi trattiamo il cane come un oggetto;
  • ignorare i bisogni/valvole di sfogo per i normali comportamenti della razza , tempo da dedicare alle passeggiate, alle corse, al gioco e soprattutto alla libertà di annusare;
  • scegliere un cane non consapevoli della sua realtà biologica, quindi lo seguiamo cercando di sanare i nostri bisogni e utilizzato come schermo rispetto alla dichiarazione del bisogno di calore essere umano-essere umano;
  • aver scelto un cane per l'aspetto estetico e come “sfogo” delle proprie frustrazioni, per l'approfondimento di questo argomento consiglio la lettura del libro “cani e padroni” autore Stanley Coren (Docente di psicologia all'Università of British Columbia) casa editrice Mondadori;

L'antropomorfismo/l'umanizzazione non aiuta la convivenza tra uomo e cane, così come l'eccessivo sentimentalismo che si trova in molte relazioni tra cane e padrone, penalizza il rapporto. Va considerato che nel tempo l'addomesticamento sopisce/mitiga alcuni istinti mentre conferma atteggiamenti adattivi e funzionali per la convivenza all'interno del gruppo sociale umano ...e se il cane sopisce/mitiga i suoi istinti noi esseri razionali sappiamo comprenderlo...? 

Citando Barry Eaton (esperto di psicologia canina e docente, autore del libro “Dominanza:realtà o mito”), propone:

Noi non abbiamo nessun bisogno di essere il soggetto Alfa, il dominante, il capo-branco. Dobbiamo solo essere proprietari responsabili nel gestire il nostro cane e modellare il suo comportamento attraverso la socializzazione e il training, perché lui possa vivere in armonia con noi.

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Cane da compagnia

Sono perfettamente convinto che ogni cane sia in primis un "cane da compagnia", animale d'affezione cioè capace di dare e ricevere affetto.

Però la definizione propriamente detta va oltre in quanto non parliamo solo del contatto di "fido" ma di un animale parte integrante della nostra realtà famiglia.

Un amico a quattro zampe che ci osserva in casa e si adatta al nostro modo di vivere spesso tralasciando i suoi istinti come la caccia, la guardia , la corsa.

Il "cane da compagnia" esprime la sua importante funzione come compagno di vita e nella società civile è diventato un protagonista e non più tollerato in quanto amico dell'uomo. 

Ricordo molti anni fa la "lista nera" delle razze pericolose... fortunatamente poi abolita, in quanto l'affermazione dell'esistenza di razze pericolose si può in sostanza dire che è "un'eresia scientifica".
L'esperienza mi ha insegnato e mi insegna che possono esistere soltanto singoli soggetti con problemi comportamentali nell'ambito di qualsiasi razza, ma grazie all'intervento dei vari Esperti i comportamenti indesiderati possono essere gestiti e a volte risolti.
Chi sono gli Esperti che ci possono aiutare :

  • Medico Veterinario Comportamentalista, in grado di diagnosticare le deviazioni del comportamento normale, potendo valutare se il comportamento è realmente "anormale" e se sussistono cause fisiche alla base del disturbo;
  • Medico Veterinario, ha le competenze per valutare le diagnosi differenziali e per impostare un trattamento adeguato al tipo di patologia;
  • Educatore Cinofilo, punto di riferimento che non deve essere solo in possesso delle conoscenze etologiche/fisiologiche del cane , dei meccanismi di apprendimento e di tutte le tecniche di educazione/addestramento, ma deve essere in grado di trasferire a terzi un programma didatticamente valido e possedere una enorme esperienza pratica con i cani; il suo ruolo è di educare cane e famiglia a realizzare una relazione felice.

Quindi è un problema culturale del proprietario che acuiti i sensi , fatto appello all'umiltà e buon senso deve capire che ogni cane è "un individuo a se unico irripetibile"... quindi attenzione ad umanizzarli perché... come scrive Jeanne Schinto:

i cani non sono persone vestite di pelliccia e negare la loro natura significa rendere loro un pessimo servizio

Puntualizzando sull'umiltà (forma sublime di intelligenza) il potenziale proprietario di un cane e il proprietario di un cane dovrebbe essere consapevole di :

  • gli obblighi di legge del buon proprietario (responsabilità del benessere del cane e quindi conoscere i doveri sia di natura legale che morale ...ma anche i doveri nei confronti degli altri cittadini);
  • per i cani di razza l'attitudine/peculiarità della razza stessa;
  • l'idoneità del soggetto cane (di razza o meticcio) che farà parte della nostra famiglia;
  • quanto i suoi errori possono contribuire all'insorgenza di problemi comportamentali;
  • porre attenzione alla scelta basata principalmente sull'aspetto esteriore o dettata dalle proprie emozioni e bisogni affettivi repressi;
  • la necessita di un'educazione precoce e quindi affidarsi agli Esperti, iniziando il percorso educativo nell'ambito dell'ambiente domestico;
  • imparare a comunicare col cane sapendo il significato della nostra gestualità, del nostro sguardo, della mimica, dei toni della voce e per ultima della parola;
  • l'abbaio, forma di comunicazione che può avere significati diversi a seconda del contesto in cui viene messo in atto (motivo di lite con i vicini per disturbo della quiete pubblica).

Concludendo il "cane da compagnia", non solo per la presenza fisica accanto a noi, di corpi piccoli-medi-grandi, di mantelli di pelo lisci o folti, di colori e caratteri svariati ….ma di un fedele "amico" che ci permetta di allietare la nostra vita sia nei momenti felici che tristi

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Sinergia tra Educatore e Veterianrio Comportamentista

L'importanza del binomio Medico Veterinario Comportamentalista ed Educatore Cinofilo “unire le sinergie” .

Premesso che è fondamentale accertarsi sull'esperienza dei due professionisti (esperienza che si identifica con un importante vissuto con i cani), i proprietari non sono in grado di distinguere tra patologia comportamentale e problema gestionale e spesso non conoscono l'esistenza di medici veterinari specializzati in disturbi del comportamento del cane.
Grazie a questi Medici Veterinari "psicologi/psichiatri" è ormai consolidato il fatto che il loro intervento è indispensabile per fare una diagnosi corretta, per capire cioè se il comportamento manifestato dal cane sia normale o patologico.

Spesso la logica e l'intuito (dei profani) porta i proprietari dei cani a trattare i disturbi comportamentali chiamando un Educatore Cinofilo .
Nella realtà la maggior parte dei cani con problemi comportamentali "conclamati e gravi" non sono stati gestiti in maniera errata, ma spesso è l'espressione di un sistema sociale errato (convivenza sbagliata della vita in famiglia/branco).
Quindi è necessario che il proprietario del cane, che evidenzia alterazioni del suo comportamento, si rivolga subito ad un Medico Veterinario Comportamentalista per valutare le condizioni fisiche del soggetto, sarà poi il Medico Veterinario Comportamentalista agire o meno con i farmaci idonei (se necessario) e successivamente far intervenire l'Educatore Cinofilo.

Poiché tocca a noi acuire i sensi e imparare che ogni cane è un individuo a se "unico e irripetibile", il rispetto/l'affetto verso l'amico quadrupede deve imporre al proprietario di rivolgersi agli Esperti per tempo, in particolare nell'età giovanile del cane per evitare consolidamento di atteggiamenti che poi potrebbero essere pericolosi.

Nella mia importante esperienza e vissuto con molti proprietari di cani e cani l'etica professionale mi ha sempre imposto di capire il limite del mio intervento e quindi appellarmi subito al Medico Veterinario Comportamentalista... il risultato è sempre stato eccellente grazie all'unione delle sinergie.
Saper valutare da persone competenti ma soprattutto da persone umili i propri limiti ha sempre premiato il risultato verso l'amico cane.

Concludendo, il tempo (anni cinquanta di costante aggiornamento sulle esigenze del cane e proprietario del cane) mi ha dato sempre ragione che al fine del benessere psicofisico del nostro amico fedele, gli Esperti devono lavorare insieme per dare una risposta corretta ai problemi del cane e alle esigenze di gestione del proprietario.

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Cane e bambini

Recentemente Pierluigi mi ha chiesto:

"Salve ho un meticcio di 9 anni, da sempre molto aggressivo, vorrei sapere se si può, visto l'età, risolvere il problema visto che sono arrivati due bimbi?"

Approfitto quindi della sua domanda per risottolineare come l'aggressività è una dote innata nel cane e che può dipendere da diversi aspetti. Per poter rispondere a Pierluigi bisognerebbe conoscere e capire il tipo di aggressività: territoriale, da dominanza, da paura, ecc... come si capisce è importantissimo avere una descrizione chiara dei comportamenti aggressivi e per poter quindi indicare eventuale intervento atto a gestire questo comportamento indesiderato.

L'arrivo dei due bimbi è un evento per noi importante ma spesso il cane vede i bimbi come degli intrusi, quindi è utile capire e riflettere sulla capacità di controllo a riguardo delle risorse più importanti per il cane: il cibo, lo spazio, i giochi ma soprattutto la possibilità di interagire con i padroni e con i bimbi... in quanto una corretta relazione tra bambino e cane deve essere guidata dalla persona adulta sempre presente... mai soli il cane e il bambino.

Importante capire che è il cane a doversi adattare alle dinamiche famigliari e non il contrario, non si può trascurare il fatto che l'adattamento dovrà essere organizzato per tempo, studiato nei dettagli, valutato in ogni suo aspetto da tutto il nucleo famigliare.

So che la mia risposta alla domanda di Pierluigi non è completa, per cui lo invito a ricontattarmi in quanto avrà sicuramente capito che per dare una risposta più esaustiva dovrei avere maggiori dettagli e soprattutto conoscere la tua famiglia, il cane e dove/come vive la famiglia.

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